“ESTORIO DROLO”, il fascino delle sonorità occitane
Questo mese ed a fine agosto, Francesca Benassai e Luigi Lazzarini attraverseranno la valle Maira – in Piemonte – con un viaggio della durata di una settimana, targato Waldenviaggi. Un ambiente dalle mille suggestioni, anzi mille ed una, tenuto conto del contatto che vi sarà tra i viandanti e la comunità occitana, che parla ancora oggi l’antica lingua d’oc. La comunità occitana è anche conosciuta per la sua musica tradizionale. Pino de Noia ce ne parla, e ce ne fa ascoltare le sonorità. r.b. *********************************************************************************************************************************************** Se non siete di Cuneo, oppure cultori di musica popolare, musica occitana significherà anche per voi Lou Dalphin. Per questo quando ho saputo che Francesca nel suo viaggio in Valle Maira incontrerà il gruppo L’Estorio Drolo, mi sono precipitato su Internet e YouTube a cercare musica e notizie. L’Estorio Drolo (il nome significa “La Storia Buffa”) ha ormai quasi vent’anni, e propone un repertorio di musiche delle Valli Occitane. Nei sui brani, quasi tutti ballabili, si respira l’aria fresca e spontanea delle feste di paese. Ascoltate ad esempio e lasciatevi rapire dal ritmo ipnotico di questa mazurka (potete anche ballare, se ne siete capaci, e avreste tutta la mia invidia…). Qui nais ase pularé pa morir caval, ovvero “Chi nasce asino non può morire cavallo”
In rete purtroppo non ci sono tantissimi brani: il gruppo non è famosissimo, e forse la sua connotazione schiettamente popolare e di presa diretta con il pubblico lo ha tenuto lontano dalle diavolerie di Internet. Peccato, volentieri avrei ascoltato La chanson de Nadu, la storia di una pattuglia di partigiani che in Valle Maira catturò con uno stratagemma una ventina di soldati nemici, liberandoli subito dopo per chiara impossibilità di sfamarli. L’episodio pare sia accaduto realmente nell’inverno del ’44, e racconta la lotta partigiana di queste valli fuori dai soliti schemi retorici. Certo, Francesca e il suo gruppo passeranno una bella serata tra le fisarmoniche, i flauti e i violini di questi ragazzi! A noi, seduti al PC e immersi nel caldo afoso di metà Luglio, non rimane che consolarci con un ultimo pezzo: Jan lou sounaire, o se preferite Il suonatore Jones, la versione occitana del famoso brano di de Andrè.Una storia questa che ha fatto il giro del mondo: dalla provincia americana di Lee Master fino a de Andrè, per approdare infine nelle valli di Cuneo. Buffo, vero?… pardon Estorio Drolo!!
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