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Alentejo oceanico, l’Europa oltre l’Europa


 

Pierluigi Cosola è un camminatore un po’ speciale. In passato è stato guida della “gloriosa” associazione “La Boscaglia”ed è tra i soci fondatori della cooperativa Walden Viaggi a piedi. Una garanzia di approccio al viaggio camminato non superficiale e ricca di consapevolezza, dunque.  Nel programma dei viaggi del 2017 di Walden, tra i cento e più viaggi a piedi, ve ne è uno di cui proprio Cosola è la guida, in Portogallo. A poche settimane dalla partenza di questo viaggio a piedi, a maggio,  Pierluigi ci ha regalato queste sue impressioni che la terra lusitana ha evocato in lui.

 

 

R.B.

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Chi di noi mediterranei frequenti la costa del Portogallo non potrà sottrarsi alla sensazione di trovarsi di fronte all’interruzione di un continente. Quella costa spezzata, dalle alte scogliere che si confrontano per centinaia di chilometri con l’immensità dell’oceano ci lascia senza fiato.

Quello che ho provato io è la sensazione di una ciclopica catastrofe che ha spezzato la terra precipitandone in mare quanto eccede le Colonne d’Ercole.  Il corpo a corpo delle maree, a noi estraneo, è solo l’eco di una lotta immane per contendere terreno al continente che lì sostiene la sua estrema difesa.

Portogallo 2

Volgendo più decisamente lo sguardo al mare poi, è difficile per noi non percepire l’assenza di un limite; non so, a me è parso persino di trovare diversa quella luce dell’estremo occidente, più profonda, anche se meno brillante, come se la distanza riflettesse il mare nel cielo.

Geograficamente l’estrema occidentaltà (è davvero il limes d’Europa, siamo più a ovest dell’Irlanda) contribuisce a far sentire come sulla prua di una nave.

Ma forse sono solo considerazioni e sguardi da marinai di terraferma…

 

Loro hanno facce […]
così com’è normale immaginare
chi vede sempre da sempre ultimo la sera
e se ha già visto non è neanche stanco
di guardare…*

La cultura scolastica mi ha sempre fatto pensare al Portogallo come a un paese soltanto di marinai: commerci, esplorazioni, rapporti con terre lontane. E invece, andandoci, ho trovato un popolo molto legato alla terra, in cui l’esperienza delle distanze irrimediabilmente senza fine traspare solo nella serietà dello sguardo sulle cose. Mi viene in mente quanto la loro musica, il Fado, sia una musica poco ballabile, ma legata a quel sentimento nazionale, la Saudade, da noi approssimativamente tradotta con “nostalgia”.

Portogallo1

A sud di Lisbona, città di vento e luce marina, ma in realtà su un estuario, c’è la regione “di là dal Tago”, l’Alen-tejo, appunto. Chissà perché non gli hanno trovato un nome proprio, fa pensare a qualcosa tipo “Hic sunt leones”; però a pensarci bene molte città su fiumi hanno il “di là”: Trastevere, l’Oltrarno, la Rive Gauche. Sospetto che ci sia sotto una questione di puzza al naso nei confronti di quelli arrivati dopo e che per questo hanno trovato spazio solo dall’altra parte. Rispetto alla capitale poi, città dei commerci, nell’Alentejo sono prevalentemente contadini, la pesca è un’attività residuale, gli approdi sono pochi e i porti piccolissimi e anche se il pesce sulle tavole è ancora un alimento povero e quindi diffusissimo, l’attività principale è l’agricoltura, e camminando lungo la costa, questo si vede benissimo perché i campi coltivati arrivano talvolta vicinissimi al mare.

Riandando ancora ai luoghi comuni della geografia delle scuole elementari ricordo che un’immagine dei paesi del nordeuropa e in particolare dell’Olanda, dopo i mulini a vento, era quella delle cicogne che facevano i nidi sui camini; è stata quindi una grande sorpresa  scoprirne invece a centinaia nel meridionale Alentejo.  Inoltre poiché, come tutti sanno, le cicogne vivono della lieta e mite attività di portare i bambini, è stata una grande sorpresa scoprirle invece tipe toste, o almeno quelle alentejane, perchè qui il nido lo fanno sul cocuzzolo di incredibili pinnacoli di roccia tra le scogliere assediate dal mare oceano, che non di rado manifesta un caratteraccio. Con tutto un continente alle spalle dove scegliere!

 

… e c’è sempre vento in strada

ad aspettare noi che siamo qui a vedere

e a camminare e nel nostro viaggiare […]

siamo piccoli, stupiti viaggiatori soli

e tutto questo vento intorno invece… è Lusitania!*

Portogallo3

 

 * Ivano Fossati – Lusitania – 1990

 testo e foto di Pierluigi Cosola

 

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