ELBA SOSTENIBILE E SOLIDALE
L’isola d’Elba, perla nel mar Tirreno, è bellissima.
La sua ricchezza e varietà la rendono un luogo ideale alla villeggiatura, al riposo e ad altre attività ricreative, legate al mare e alla terra. La rendono paradiso dei turisti.
La sua storia millenaria, ricca dei popoli che hanno dominato l’isola e legata ad una geologia unica, l’hanno resa nel tempo punto strategico del Tirreno per gli scambi, i commerci, le estrazioni minerarie e le guerre: oggi l’isola racconta tutto questo a chi la cerca nei musei, nei libri scritti per lei da eruditi e appassionati, nei racconti degli ex-minatori.
L’isola è tutto questo, ma non è solo questo.
La Fondazione Exodus lavora da più di vent’anni sull’isola nell’ambito del recupero dalla tossicodipendenza; l’associazione volontari Gruppo Elba porta i disabili all’Elba da oltre trent’anni.
Io le conosco entrambe fin dall’adolescenza: del Gruppo Elba ho fatto parte come volontario e, tramite loro, ho conosciuto Marta e Stanislao di Exodus, che sono poi tornato a trovare tante volte e con i mezzi più svariati.
Exodus ha sede in località Le Picchiaie, vicino a Portoferraio, alla casa della Mammoletta, ricostruita con molta fatica dopo l’indesiderato trasferimento dalla precedente sede di Lacona.
Il Gruppo Elba invece ha da poco concretizzato il sogno trentennale di costruire un villaggio stabile nell’isola, per sé e per altre realtà che vogliano servirsene: il villaggio sorge vicino a Porto Azzurro e si chiama Sassi Turchini.
Come guida, ho scelto di far passare il mio viaggio dai Sassi Turchini e dalla Mammoletta: l’ho chiamato Elba sostenibile, proponendomi di far esplorare l’isola a piedi e utilizzando i mezzi pubblici per i trasferimenti.
Perché questo nome? Lo chiedo a voi: che cosa significa per voi sostenibilità?
L’Elba è Parco Nazionale dal 1996: la creazione di un Parco significa tutela di un sistema ambientale complesso, ripensando l’attuale modello di fruizione turistica per la promozione di un turismo per l’appunto sostenibile.
Questo rientra a pieno nella filosofia del camminare: saper rallentare, esser meno consumati dalla voglia di consumare tutto e subito, che vuol dire anche consumare paesaggi, belle giornate e sensazioni positive, mentre hanno un grande valore anche la nebbia, la pioggia, il dolore del corpo. Accettare che tutto non debba sempre essere bellissimo e perfetto, che il mare non sia sempre alla temperatura giusta e piatto come una tavola: accettare la diversità, che in questo caso è diversità dalle nostre aspettative (ah, dannate aspettative! Quanto rovinano le nostre giornate!).
I disabili e i tossico-dipendenti sono persone la cui diversità è sgradevole, ancora di più in un contesto dove è il turismo di massa a portare le entrate più considerevoli. Il diverso, in questo caso, non piace. Penso a quante volte i disabili sono stati allontanati dalle spiagge elbane e alle difficoltà con cui l’associazione è riuscita a ottenere un terreno per costruire il villaggio, o alla “gentile” concessione della casa della Mammoletta, al tempo invasa dai rovi, da parte del comune di Portoferraio in seguito allo sfratto subito da Exodus dalla casa di Lacona.
Tutto ciò non deve stupire, se si pensa a che cosa significhi un Parco e che all’isola d’Elba, nel giro di pochi giorni, furono raccolte ben 5.000 firme di opposizione alla sua nascita (su una popolazione presente di circa 25.000 unità), mentre l’Associazione albergatori, senza dubbio l’organismo più potente dell’isola, presentava ricorso al TAR contro la sua istituzione.
Fermarsi alla Mammoletta e ai Sassi Turchini vuol dire sostare (parola che, oggi, contiene già il germe di una ribellione quantomeno culturale) e riflettere su tutto questo.
Permettere, nel corso di un trekking, momenti di incontro non solo con la bellezza e la complessità di un territorio, ma anche con le persone che di questo territorio meraviglioso fanno parte, è stato il mio obiettivo progettando questo viaggio: alla luce di questa prima esperienza, posso ritenermi senz’altro soddisfatto.
Ringrazio ancora una volta i ragazzi dei Sassi Turchini e della Mammoletta, che hanno avuto l’opportunità di aprirsi sentendosi accolti e che per questo, a loro volta, ringraziano i camminatori. Buona Elba sostenibile a tutti.
LORENZO CAPONNETTO