La salute…in cammino
Medici, infermieri e pazienti tutti insieme in marcia. Non si tratta però di una protesta contro il sistema sanitario. Sono i protagonisti del progetto sanitario “C.U.R.I.A.M.O.”, che privilegia un corretto stile di vita rispetto a interventi meramente farmacologici. Secondo l’organizzazione mondiale della Sanità, nel mondo ogni anno muoiono due milioni di persone per cause riconducibili a una carenza di attività fisica. Un dato che appare un paradosso, in quanto la società moderna è per definizione in perenne agitazione. In realtà l’uomo contemporaneo, anche se sta poco fermo, attua sempre meno un movimento definibile sano. Vale a dire qualcosa che coinvolga muscoli e ossa non soltanto per azionare strumentazioni meccaniche più o meno sofisticate.
Pierpaolo De Feo è un medico e docente universitario specializzato in endocrinologia che valorizza al massimo gli stili di vita salutari come medicina preventiva e curativa. Si tratta, infatti, del responsabile del progetto sanitario “C.U.R.I.A.M.O.”, il cui acronimo sta per “Centro Universitario di Ricerca Interdipartimentale sull’Attività Motoria”. Nato come polo di ricerca, da un paio d’anni il Centro perugino sta operando su base pienamente assistenziale. Esso ha una convenzione stipulata con la Regione dell’Umbria e l’Azienda Ospedaliera di Perugia. I pazienti possono quindi essere presi in cura dal Centro con una semplice impegnativa del medico di base, che riporti la patologia e la richiesta di visita. In genere, i pazienti cui l’attività fisica giova maggiormente sono in primo luogo i diabetici e poi ovviamente gli obesi.
Al Centro “C.U.R.I.A.M.O.” l’intervento medico non è solo farmacologico bensì multidisciplinare e centrato su una corretta alimentazione e una migliore forma ottenuta attraverso l’esercizio fisico. Tra le attività motorie più semplici e alla portata di tutti, c’è indubbiamente il camminare. Sembrerebbe scontato. Eppure, nella nostra società del benessere economico, molti considerano l’atto del camminare non tanto un’esperienza ordinaria e abituale ma una scelta in controtendenza. Il Centro perugino intende ovviare proprio a questo. E fa sul serio. Si pensi che nel 2010 e 2011 l’equipe del professor De Feo ha coinvolto un gruppo di pazienti in una traversata a piedi dalle sponde dell’Adriatico a quelle tirreniche, da Ancona a Talamone per la precisione. Quasi 400 chilometri in poco meno di un mese. Alla fine, tutti sopravvissuti e con una forma fisica molto superiore rispetto alla partenza. Le attività escursionistiche del progetto “C.U.R.I.A.M.O.”, sono però anche più ordinarie e vengono organizzate di solito nei week-end tra i sentieri dell’Umbria o delle Marche.
Non sono camminate improvvisate. Il camminatore-paziente è preparato per gradi allo sforzo fisico e seguito da un’equipe formata da medici dello sport, dietologi, endocrinologi, esperti di attività motorie, fisioterapisti. Alcuni di questi professionisti, compresi gli infermieri, partecipano anch’essi alle escursioni, monitorando tutte le problematiche dei camminatori. Quest’anno, l’iniziativa più eclatante è stata “Un passo dopo l’altro da Siena ad Assisi”. Undici tappe di cammino di una ventina di chilometri ciascuna. Totale: 220. Parliamo di chilometri ovviamente, non del tasso di glicemia, che l’attività fisica riesce a mantenere particolarmente basso. Il che, non è poco.
E’ proprio così, Marilena. Nella medicina occidentale – e nei pazienti che sono affidati alle sue cure – ha ancora troppo spazio la “scorciatoia” medicinale rispetto all’utilizzo di pratiche “soft” che mirino ad indirizzare verso stili di vita salutari. Ma come vedi iniziano a farsi strada anche altre “visioni” della medicina ufficiale. Quanto alla tua categoria professionale, a me è capitato spesso di vederla ben rappresentata nei trekking. Ricordo che una volta addirittura la metà dei partecipanti di un viaggio a piedi di una settimana, che erano una dozzina, era costituito da un gruppo di infermiere di un ospedale veneto.
molto interessante, sarebbe da promuovere di più .Io personalmente,lavorando da tanti anni come infermiera sono sempre più convinta che ci siano delle alternative importanti al solo utilizzo dei farmaci, ma la medicina ufficiale e i guadagni prevalgono ancora sulle strade alternative…Camminare aiuta cq non solo il fisico ma molto la mente a rilassrsi.