Riappropriarsi di spazio e tempo: la via Kresciatik di Kiev


Kresciatik è il nome di una delle strade più famose e vissute di Kiev. E’ una strada a scorrimento veloce che attraversa Piazza Indipendenza, a sua volta una delle piazze più frequentate della città.
La strada è fiancheggiata da due ampi marciapiedi su cui affacciano banche ( e ce ne sono tante in giro per Kiev) e negozi per lo shopping dei ricchi (con merci occidentali che costano caro anche da noi). Ma su questi marciapiedi si incontra anche un’umanità varia, fatta di turisti e di residenti: da quelli che usufruiscono dei chioschi di bibite, frittelle, panini ecc. a quelli che usufruiscono dei WC (a pagamento, vigilati, puliti e funzionali), agli anziani in carrozzella che passano il tempo chiacchierando tra loro, alle vecchie che chiedono in silenzio l’elemosina mostrando un bicchiere di carta, alle ragazze sorridenti che distribuiscono foglietti di pubblicità, ai giovani vestiti da pupazzi per invogliare ad acquistare foto souvenir per i bimbi, ad altri giovani che esibiscono colombi pronti a farli aggrappare al vostro braccio per una foto a pagamento, alle belle ragazze (consapevoli di esserlo) che passeggiano o vanno senza fretta verso la loro destinazione, spesso in minigonna e su tacchi alti, ai giovani (ma anche agli anziani) che suonano strumenti vari (violini, tamburi, chitarre, clarini, un lungo corno tipo tirolese, una strana chitarra ecc.) ed hanno a terra un cappello o una scatola per eventuali offerte di chi passa e li ascolta, alle signore di mezza età che offrono una specie di tatuaggi da scegliere su cataloghi esposti per terra, ai signori di mezza età che mostrano bilance pesa-persone e offrono (per quello che riesco a capire) di pesarvi a pagamento, a qualche vecchia che, accucciata a terra, vende, senza reclamizzarli, prodotti alimentari che non si trovano nei negozi, a un giovane che fa fare a pagamento un gioco con una bottiglia da prendere al laccio, ai disegnatori, ai venditori a poco prezzo di SIM ucraine, ai giocolieri ecc.
Il sabato e la domenica la via Kresciatik viene chiusa al traffico e diventa tutta pedonale. La varia umanità che popolava i marciapiedi nei giorni feriali ora si riappropria anche dello spazio prima padroneggiato dalle auto. C’è gente che si concede il piacere di passeggiare sul piano stradale anziché sui marciapiedi. E ancora il piacere di passare da un lato all’altro della strada senza utilizzare i sottopassaggi, rinunciando così ad attraversare il reticolato sotterraneo che brulica di negozietti di tutti i tipi, a disposizione di turisti e residenti che non possono concedersi lo shopping costoso della strada di sopra: si va dall’abbigliamento quotidiano ai souvenir, alla gastronomia locale, ai cambiavaluta che praticano gli stessi cambi delle banche e a volte sono anche più convenienti, al sexy shop ecc.
Sulla strada ora compaiono anche altri tipi umani, come quel signore, un po’ avanti negli anni, che va avanti e indietro lentamente proclamando ad alta voce delle frasi (che, dal tono, visto che non comprendo la lingua, sembrano recriminazioni contro qualcuno o qualcosa). Un gruppo pratica in silenzio meditazione cinese o giapponese, assumendo posizioni immobili per lunghi minuti. Intanto (è sabato) gruppi di ragazzi e ragazze in divise colorate si allenano per la sfida di danze di strada che si ripete ogni sabato sera e culmina in un concerto in Piazza Indipendenza).
Famiglie con bambini a passeggio. Sto assistendo, in questo fine settimana, a una riappropriazione dello spazio e del tempo che non è una nostalgica manifestazione di ritorno al passato, perché avviene nel cuore moderno di una capitale (sullo sfondo di palazzi che celebrano l’accumulo del danaro e il consumismo) e perché i protagonisti di questa riappropriazione sono quasi tutti vestiti all’occidentale: molte minigonne, molti jeans.
Il lunedì le auto riprendono il controllo di Kresciatik e la varia umanità a piedi si ritira sugli ampi marciapiedi e nei sottopassaggi, pronta a riappropriarsi di tutta la strada nel fine settimana.
LUIGI VASSALLO

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