Ricordare e Dimenticare


RICORDARE

A livello biologico la memoria della specie, la memoria del suo patrimonio genetico, si trasmette col processo della generazione e, talvolta, con l’intervento della selezione naturale.
Ma a livello culturale la memoria (in particolare la memoria del mito fondante) si trasmette solo con un processo intenzionale col quale intenzionalmente si affida alle nuove generazioni  il nucleo identitario di una specifica civiltà: le forme, cioè, dell’economia, le forme della famiglia, le forme delle istituzioni, le forme dei saperi, le forme dello stare insieme nei diritti e nei doveri, infine i miti fondanti di tutto questo. Senza questa trasmissione intenzionale, una specifica civiltà non può sopravvivere a lungo: possono sopravvivere involucri vuoti di forme preesistenti, che seppure ancora tecnicamente significativi (cioè analizzabili e giustificabili sui piani della grammatica e della sintassi), sono privi di senso sul piano semantico perché hanno perso il loro mito fondante.

 

DIMENTICARE

A molte persone oggi tocca l’esperienza dolorosa di un familiare anziano affetto dal morbo di Alzheimer: la memoria si spegne a poco a poco, i ricordi scompaiono, la coscienza si riduce alla sola capacità di gestire le funzioni vegetative, finché anche questa capacità si perde e il nostro familiare, già svanito dall’orizzonte dell’umanità che pensa, svanisce dal campo della sopravvivenza.
Questo sarebbe il destino di una società che non sapesse o non volesse più ricordare o riducesse i ricordi ad una melassa di nostalgia per il bel tempo andato. Sarebbe come una società di api o di formiche, perfetta nella sua organizzazione del lavoro e nella sua ripartizione dei ruoli sociali, ma incapace di capire perché fa ciò che fa e perché continua a farlo in maniera ripetitiva da quando esiste.
Perché la differenza tra l’ape e l’architetto consiste nel fatto  che l’architetto sa perché costruisce in quel modo il suo “alveare” ; la differenza tra le formiche e gli esseri umani consiste nel fatto che gli esseri umani cercano un significato della loro esistenza che vada al di là delle ragioni dell’accumulazione e del consumo, un significato che si nutre di valori e di miti fondanti, un significato che non sarebbe possibile senza una memoria rinnovata e comunicata delle nostre origini e senza una promessa di futuro alla quale restare fedeli per coerenza con la nostra memoria.
 
Chiacchierata su RICORDARE – DIMENTICARE  fa parte di un ciclo di chiacchierate intitolato La manutenzione delle parole.
Il testo integrale di questa chiacchierata si trova cliccando http://luigivassallo.wordpress.com/2012/12/15/la-manutenzione-delle-parole-ricordare-dimenticare/
 
 

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