Social Trekking e Diritti Umani tra le strade di Roma
Oltre tre milioni di persone condividono nel mondo la medesima efficace concezione della salvaguardia dei diritti umani. Si tratta degli attivisti e dei soci di Amnesty International. In occasione del social trekking di Roma dello scorso febbraio, molti camminatori hanno scelto le “passeggiate a sorpresa” gestite dalla sezione romana di Amnesty. Più di un motivo di amara riflessione si è potuto trarre dal percorrere le strade romane, soffermandosi sulle sue bellezze che talvolta possono essere considerate anche quale simbolo di un susseguirsi secolare di violazioni dei diritti umani, che dall’Antica Roma giunge alle soglie del nostro ventunesimo secolo.
Il tempio di Vesta è verosimilmente tra i monumenti più antichi di Roma, risalente a prima ancora della realizzazione del Foro imperiale, nella cui area archeologica se ne possono ammirare i resti. Le Vestali erano le uniche sacerdotesse della società romana e godevano di prestigio e potere. Se sorprese a violare il loro voto di castità, si era ben lontani dal realizzare nei loro confronti un minimo di giusto processo. Il loro destino era segnato, nessuno però poteva toccarle né tanto meno ucciderle. Per ovviare a ciò venne trovata una soluzione assolutamente crudele, la sepoltura da vive. Venivano sepolte in degli anfratti di piccole o medie dimensioni, con cibo e candele, che consentivano loro di vivere una sorta di carcerazione destinata a sfociare nella morte certa.
Le passeggiate a sorpresa del social trekking gestite da Amnesty non potevano non transitare da Campo dei Fiori, soffermandosi sulla vagamente inquietante statua di Giordano Bruno che troneggia al cento della piazza.
Le giornate del social trekking romano sono tra l’altro capitate proprio a ridosso del 17 febbraio, ricorrenza del rogo del filosofo eretico. Da oltre un secolo viene in tale periodo reso omaggio solidale a Bruno con manifestazioni che si svolgono vicino alla sua Statua, divenuta simbolo della Libertà di pensiero violata e messa a tacere con la pretestuosa violenza.
La statua di Pasquino può ritenersi anch’essa simbolo di diritti umani violati, anche se la sua natura è più beffarda che drammatica, se raffrontata alle testimonianze summenzionate e a quelle che riconducono a Roma alla persecuzione ebraica, parimenti oggetto di passi di riflessione in occasione del social trekking.
Pasquino è un busto maschile risalente a un paio di migliaia di anni fa, mal conservato, che fu spesso usato dai romani quale “statua parlante”, sulla quale venivano affissi cartelli o messaggi di protesta. Molti pontefici vigilarono sull’utilizzo di questa statua per scopi a loro avviso “impropri”, usando spesso il “pugno di ferro” per reprimere questa forma di libera espressione del pensiero contro vessazioni e violazioni di vario tipo.
Camminare amplifica la riflessione e la consapevolezza, questo è ben noto ai camminatori. La partecipazione al social trekking 2016 da parte di Amnesty International è stata una buona occasione per riflettere in profondità con l’azione combinata di piedi e mente.
testo e foto di Raffaele Basile
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