SULLE TRACCE DI FRANCESCO, L’UMBRIA DELLA NATURA “SPIRITUALE”
LE TRACCE DI ANGELA MARIA
Sono ormai più di 10 anni che Angela Maria sta consacrando la sua vita ad un progetto che all’inizio sembrava impossibile. Unire i luoghi dove soggiornò il santo più caro agli italiani, con un grande percorso a piedi.
Dopo aver fatto in solitaria il Camino di Santiago, Angela ha pensato bene di ripercorre i luoghi di San Francesco, ancora in gran parte rimasti intatti dal medioevo e in un contesto naturale ancora molto integro ed evocativo.
Un giorno partì da La Verna, al confine con il Casentino, le cui foreste sono ancora il rifugio di anime in cerca di serenità, e arrivò fino alla piana di Rieti, dove sorgono alcuni dei luoghi francescani più importanti come Greccio e dove Francesco iniziò la tradizione del presepe.
L’esperienza fu così profonda che si convinse che un “cammino spirituale” si potesse compiere anche nel cuore dell’Italia perché poi, la vera ricerca del pellegrino, è dentro se stessi, e se ci sono dei luoghi che per caratteristiche storiche e naturali, aiutano questo percorso, in fondo non ha grande importanza il paese in cui si compie.
E così con il suo pennellino e un barattolo di vernice gialla iniziò a disegnare su tronchi e rocce, ai bivi, sui muri, il simbolo del Tau, tanto caro a Francesco.
Sono ormai tanti i pellegrini che hanno richiesto la credenziale per il cammino, molti di più di quanti si siano accreditati sulla ben più famosa Via Francigena e il percorso è molto conosciuto in Germania o in Olanda e anche in sud America…manca forse solo l’Africa e poi rappresentanti di quasi tutto il mondo sono arrivati su questi sentieri. C’è anche chi si sposa lungo il percorso, come Michela e Roberto che si sono sposati ad Assisi e che ora hanno aperto sul cammino un posto di accoglienza.
Ma Angela non si ferma qui, ora ha continuato il percorso fino a Monte Sant’Angelo in Gargano. C’è già la nuova guida, il sentiero è tracciato e c’è grande attesa per questo nuovo “cammino” tutto italiano.
LA PROPOSTA DI WALDEN
Senza togliere nulla al bellissimo percorso che da La Verna porta a Rieti, la cooperativa “Walden viaggi a piedi” propone, a chi cammina con lo spirito del pellegrino nel senso etimologico del termine (dal latino per ager, attraverso il /i campi), una settimana a piedi, nel tratto centrale di questo itinerario.
La scelta è però quella di passare da sentieri più immersi nella natura, deviando per conoscere le tante “chicche” di questo territorio.
Con la “Via degli Olivi”, si passa per Assisi, Spello, Trevi, Spoleto e una miriade di altri piccoli paesi, castelli, pievi e chiese, ognuno dei quali meriterebbe un viaggio a sé. Tutto questo attraversando gli oliveti più estesi della regione, che danno anche uno degli oli di oliva più ricercati, tanto da meritarsi il marchio DOP.
Tra le particolarità del percorso la salita al Monte Subasio passando dall’Eremo delle Carceri, la visita dell’eremo di Santa Maria Giacobbe sotto l’imponente Sasso di Pale, il tratto della ferrovia abbandonata della Valnerina e la salita a Monteluco con i suoi eremi immersi nel bosco e lo scenografico arrivo a Spoleto dal Ponte delle Torri, l’incontro con Angela Maria Seracchioli e i tanti altri amici di questa zona.
Per chi ha meno tempo invece la proposta è “Il cuore segreto dell’Umbria”, un tuffo nella storia e tra gli olivi di una delle zone più belle d’Italia. A spasso tra castelli e borghi medievali circondati da olivi e l’ospitalità in monasteri, agriturismi e in una delle più antiche residenze d’epoca aperta solo per noi.
Si parte dalla città del “festival dei due mondi” (Spoleto) per vedere le sue chiese romaniche, per salire al bosco sacro e all’eremo francescano di Monteluco per poi seguire un tratto della suggestiva ferrovia abbandonata della Valnerina che collegava Spoleto a Norcia. Infine, si soggiorna per il riposo in un caratteristico agriturismo sotto il borgo di Poreta.
Si continua il nostro viaggio visitando le sorgenti del Clitunno e il castello di Pissignano e poi Trevi, arroccata sul suo balcone sulla valle Umbra, dove dormiremo in un convento e ci divertiremo a fare da mangiare insieme.
L’ultimo giorno, sempre tra gli olivi, si arriva al castello di Scandolaro dove Eva è solita preparare un pranzo a base di fiori ed erbe primaverili.
Questo giro è nato soprattutto per la disponibilità della Signora Valeria, proprietaria dell’Eremo delle Grazie, che ospita i nostri gruppi, con un trattamento di favore, nella capostipite delle residenze d’epoca d’Italia: un eremo “illustre”, casa di cardinali e museo ricco di tesori, che colpì per la sua atmosfera anche il grande Michelangelo.
IL TERRITORIO
Non è facile descrivere il territorio in cui si snoda un percorso di più di un centinaio di chilometri. Tuttavia, l’ambiente è comunque piuttosto omogeneo, rimanendo sempre lungo una dorsale appenninica e quindi alternando tratti più di montagna a tappe più facili lungo la valle Tiberina e la valle Umbra.
Molto spesso siamo tra grandi boschi misti di caducifolie, qualche volta saliamo fino alle praterie sommitali, come sul Monte Subasio. Grande protagonista è comunque l’olivo, soprattutto tra Assisi e Spoleto che ricopre tutti i declivi fino a quasi 600 metri d’altezza. Il terreno passa dalla più friabile arenaria, che comunque ha creato delle morfologie particolari su cui sorgono gli eremi di La Verna e Cerbaiolo, alle ripide pareti calcaree che invece accolgono gli altri eremi di San Francesco, in nicchie o grotte già create dalla natura.
Terreno dunque dominato da una natura forte, ma anche dall’uomo, che in secoli di permanenza e di lavoro è riuscito a modellarlo al suo scopo con tanti terrazzamenti e una sapiente regimazione dei fondovalle. La ricchezza della natura ha poi favorito la creazione di una serie di paesi che dal medioevo si sono conservati fino ai giorni nostri quasi inalterati e preziosi scrigni di bellezza.
articolo e foto di Alessandro Vergari
( Vice-presidente Coop Waldenviaggi e redattore del blog SocialTrekking © )
… Ale, che bei ricordi! nel 2011 l’itinerario era un po’ diverso, ma il fascino degli angoli più o meno nascosti dell’Umbria sono sicura è ancora quello!
ilaria